Riportiamo la parte finale della lettera di Amato (fonte: Corriere.it) che riteniamo significativa.
"Buona parte della percezione di scarsa sicurezza di quel 30% di cittadini che la dichiarano è dovuta, infatti, non tanto alla visibilità del criminale pericoloso, quanto al clima di disordine nel quale vivono le nostre città, alla illegalità diffusa, alla tolleranza che consente agli abusivi più diversi — e a quel punto anche ai borseggiatori più diversi — di trovare il contesto ideale per svolgere le loro attività a danno della gente per bene. E in questo clima di insicurezza crescono anche l'ostilità e la diffidenza verso chiunque sia malvestito o malmesso e ci venga vicino. Col che anche la solidarietà va a farsi benedire. Va aggiunto poi che l'illegalità diffusa, oltre a generare percezione di insicurezza, finisce per fornire altresì copertura alla criminalità definita «grande », in quanto crea collusioni e complicità. L'imprenditore o il commerciante che usa una parte di lavoro nero, o che vende una parte della sua merce senza fatturarla e senza Iva, difficilmente denuncerà l'estorsore di cui è vittima, perché teme di mettersi in evidenza e di mettere in evidenza così i suoi altarini interni. Tutto questo porta dritto ad una conclusione: serve una lotta all'illegalità a 360 gradi, così come fece Rudolph Giuliani, da sindaco di New York. Combattere la piccola illegalità è propedeutico e a volte strumentale a combattere la grande. Ovviamente non sostituisce la lotta alla grande criminalità, ma la deve affiancare e deve creare nelle nostre città il senso di un ordine che è fatto di regole alle quali tutti ci atteniamo e che a tutti facciamo rispettare. E' qui che la collaborazione del mio Ministero con gli enti locali e con le polizie municipali dovrà dare i suoi frutti, giacché il tema, dopo il passaggio ai Comuni di tanti poteri amministrativi in precedenza spettanti alla pubblica sicurezza, investe in primo luogo le loro responsabilità. Ma noi saremo al loro fianco. Perché interventi nazionali — che, sia chiaro, non dovranno paralizzare le iniziative locali — eviteranno il rimbalzo dall'una all'altra città di attività trattate da ciascuno con regole diverse. E perché la legalità non può valere a singhiozzo".
Giuliano Amato Ministro dell'Interno
30 agosto 2007
Giuliano Amato Ministro dell'Interno
30 agosto 2007
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