In questi giorni si susseguono notizie di aziende in crisi che trasferiscono o licenziano, incapaci di far fronte alla nuova situazione economica nazionale ed internazionale che si è delineata negli ultimi anni. In questo contesto assume sempre maggior importanza la possibilità di riconvertire almeno in parte l'economia locale ai servizi e soprattutto al turismo, fonte di salvezza, invocato da anni ed anni quale cura ad ogni male.
Creare ad Omegna le condizioni per una reale crescita del settore turistico che possa tradursi in un effettivo aumento dell'occupazione e dell'indotto commerciale non è cosa semplice a causa di diversi fattori.
Innanzitutto la grande tradizione industriale omegnese ha prodotto una città che strutturalmente e caratterialmente non è turistica. La transizione ad una cultura dell'accoglienza è in atto ma si scontra spesso e volentieri con atteggiamenti mentali e retaggi culturali in contrasto con essa. Creare le condizioni per un vero sviluppo turistico di Omegna vuol dire certamente innanzitutto cambiare mentalità ma non può prescindere da investimenti sul territorio e da una promozione che miri a creare un prodotto definito appetibile per i turisti e condiviso dagli omegnesi. Qui Omegna sconta a parere mio la propria posizione e la perdita di ruolo derivante dalla crisi industriale degli ultimi anni. Al confine con un Cusio spaccato tra due province, Omegna è sostanzialmente trascurata e negletta in materia di sviluppo turistico sia considerando la sua appartenenza amministrativa (Provincia del VCO) che geografica (Lago d'Orta - Cusio). Proprio per il momento di grande difficoltà e transizione, Omegna necessiterebbe di iniziative ed investimenti che non si vedono. Ad Omegna arrivano, se arrivano, ben poche iniziative provinciali e il Cusio è decisamente marginale nelle politiche di sviluppo turistico della Provincia.
Dal lato della promozione del territorio "Lago d'Orta" non possiamo poi pretendere che la Provincia di Novara includa Omegna nelle proprie politiche. Altre strutture che potrebbero svolgere un ruolo determinante, Consorzio Cusio Turismo per esempio, sono concentrate su iniziative promozionali calibrate e pensate su Orta e sull'Isola, lasciando i territori marginali a fare da spettatori.
E' probabile che Omegna, se vorrà davvero dare seguito alle proprie ambizioni turistiche, dovrà cavarsela da sola, dotandosi anche degli opportuni strumenti. Occorrerà tuttavia una visione d'insieme fortemente condivisa che al momento non pare esserci.
Adriano Ecclesia
2 commenti:
Perché allora non decidere di fare un consorzio con i territori che definisci marginali, potrebbe essere un primo passo
Già in occasione dell'incontro per apertura di B&B si era vista la presenza di persone di comuni limitrofi interessati. Secondo me la mancanza di strutture ricettive é un grosso handicap per uno sviluppo del turismo.
A proposito qualcuno sa cosa stanno facendo nell'ex conceria Beltrami?
Quella poteva essere una bella area
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