lunedì 3 maggio 2010

LETTERA APERTA DEL SINDACO SULLA BIALETTI


Omegna, sede dello stabilimento Bialetti, è una città in cui sono nate agli inizi del secolo scorso, per iniziativa di alcuni imprenditori locali, molte aziende oggi, come la ditta in oggetto, note in tutte il mondo grazie alla qualità e design dei loro prodotti, vedi Alessi, Lagostina, Girmi, Piazza, Casalinghi STO, ecc., tanto da definire la nostra zona quale “POLO del CASALINGO”. Grazie a loro l'economia locale è sempre stata fiorente negli anni passati; ora, vista l'aggravarsi della crisi internazionale, sono venute a trovarsi in grossa difficoltà legata al mercato sempre più in contrazione a causa dei costi di produzione maggiori rispetto a quelli delle nazioni in via di sviluppo. Da qualche anno abbiamo assistito al disimpegno di alcune famiglie locali per le proprie aziende e la conseguente cessione delle stesse ad altre società non legate al territorio, che avevano ed hanno l'evidente ed unica intenzione di accaparrarsi i marchi al fine di utilizzarli solo per le loro precedenti attività, delocalizzando la produzione in altre posti, trasformando così l'azienda in una attività di sola commercializzazione dei prodotti con il marchio iniziale, così come platealmente è avvenuto per la ditta Girmi. E' evidente che la situazione finanziaria comporta, per questa azienda e composta peraltro anche da altri marchi però di importanza molto inferiore, forti preoccupazioni ed in particolare nei confronti degli istituti di credito visto che gli stessi vantano, come ci viene riferito, un credito a medio termine di ben cento milioni di euro, ma non è pensabile e tollerabile che vengano penalizzati gli addetti di una lavorazione di prodotti con risonanza mondiale per fermare l'emoraggia complessiva; è giusto ricordare anche che tali aperture di credito si sono verificate solamente perchè in garanzia vi era quel marchio. La decisione assunta di chiudere lo stabilimento di Omegna significa, a nostro parere, unicamente il tentativo di rendere ancora più redditiva questa produzione, grazie alla riduzione dei costi di produzione, senza tenere in minima considerazione, anzi sfruttandolo, il simbolo del “Made in Italy”. Purtroppo la situazione di Omegna è solo la punta di principale criticità imprenditoriale in quanto molte altre industrie hanno problemi simili e quindi possiamo dire che è tutta la provincia del Verbano Cusio Ossola ad avere situazioni di criticità e quindi avere ripercussioni negative sul tessuto socio economico; da alcuni calcoli si può affermare che nel giro di pochi mesi, se non di pochi giorni, tra dipendenti delle varie industrie e dell'indotto che ruota attorno alle stesse, vi saranno non meno di tre mila famiglie toccate da licenziamenti, messa in mobilità o mancanza di lavoro; una situazione oggettivamente insostenibile. Per questo ci permettiamo chiedere che da parte dei responsabili nazionali continui la forte presa di posizione tenuta nell'incontro recente affinchè vi siano disposizioni atte a vietare l'uso dei vari marchi che hanno un forte valore economico e territoriale (la società in oggetto è stata quotata in Borsa solo grazie al marchio !) al di fuori, non solo della nazione, ma della zona in cui è nata ed è stata da sempre sede della sua produzione. Inoltre, pur facendo ogni sforzo concorde a livello locale che vede insieme mondo del lavoro, dell’imprenditoria e delle istituzioni, per uscire dalla crisi, chiediamo espressamente che l’intera provincia del VCO, che sta vivendo da anni una crisi strutturale di vastità senza precedenti che minaccia di azzerare l’economia del territorio, possa godere, al pari di altre zone d’Italia, di particolari facilitazioni per la propria economia, che non siano solo finanziamenti una tantum, ma provvedimenti duraturi nel tempo: agevolazioni e sgravi fiscali, crediti bancari speciali in particolare convenienza per gli investitori, riduzione del costo dell’energia, fino a valutare, al pari di altre realtà italiane, di poter essere considerata “Zona franca montana”, senza incorrere in imitazioni e vincoli europei. In caso contrario, questa zona, al di là del limitato numero degli addetti del settore turistico, diverrà territorio di soli pensionati, cassaintegrati e disoccupati con tutto quanto ne potrebbe discendere anche a livello di convivenza civile e di sicurezza. Per questo, unitamente alle dichiarate iniziative della Regione che certamente verranno messe in atto nei prossimi mesi a sostegno del mondo del lavoro, è indispensabile ottenere l'aiuto da parte di chi ne ha oggettivamene la possibilità. Ringraziando, si porgono distinti saluti. Il sindaco di Omegna - Antonio Quaretta

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